
“I popoli indigeni del mondo – 370 milioni in 70 paesi – sono i custodi di alcune delle zone biologicamente più diverse sulla terra; parlano la maggior parte delle lingue del mondo, e il loro sapere tradizionale, la diversità culturale e i modi di vivere sostenibile, ne fanno un contributo inestimabile per il patrimonio comune del mondo”: lo ha ricordato il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, nel suo messaggio per la Giornata internazionale dei popoli indigeni che si celebra il 9 Agosto.
Nonostante alcuni passi abbiano adottato la Dichiarazione dell’Onu sui diritti dei popoli indigeni votata dell’Assemblea Generale nel 2007, i nativi restano tra le popolazioni più emarginate, che sopportano in modo sproporzionato la povertà e un accesso inadeguato all’istruzione. Molti affrontano la discriminazione e il razzismo su base quotidiana. Troppo spesso le loro lingue subiscono censure o sono minacciate dall’estinzione, mentre i loro territori vengono sacrificati per lo sfruttamento minerario e la deforestazione”. Una grave minaccia che pesa sulla sopravvivenza dei popoli originari è anche lo “scarso livello del sistema sanitario ed educativo collegato alla povertà, alla malnutrizione, alla contaminazione ambientale.
Constatando che in molti paesi si registra ancora “un persistente e profondo divario tra il riconoscimento formale dei diritti dei popoli indigeni e la reale situazione di fondo”, il segretario dell’Onu ha invitato governi e società civile “ad agire con urgenza e determinazione per porre fine a questa disparità con la piena collaborazione dei i popoli indigeni”
Nonostante alcuni passi abbiano adottato la Dichiarazione dell’Onu sui diritti dei popoli indigeni votata dell’Assemblea Generale nel 2007, i nativi restano tra le popolazioni più emarginate, che sopportano in modo sproporzionato la povertà e un accesso inadeguato all’istruzione. Molti affrontano la discriminazione e il razzismo su base quotidiana. Troppo spesso le loro lingue subiscono censure o sono minacciate dall’estinzione, mentre i loro territori vengono sacrificati per lo sfruttamento minerario e la deforestazione”. Una grave minaccia che pesa sulla sopravvivenza dei popoli originari è anche lo “scarso livello del sistema sanitario ed educativo collegato alla povertà, alla malnutrizione, alla contaminazione ambientale.
Constatando che in molti paesi si registra ancora “un persistente e profondo divario tra il riconoscimento formale dei diritti dei popoli indigeni e la reale situazione di fondo”, il segretario dell’Onu ha invitato governi e società civile “ad agire con urgenza e determinazione per porre fine a questa disparità con la piena collaborazione dei i popoli indigeni”